Peugeot Oxia – L’auto venuta da Marte

Un’epoca di grandi successi sportivi

Nel 1988 Peugeot presentò la concept Oxia, divenuta nota come l’auto venuta da Marte, una supercar biposto dalle linee pulite e avveniristiche che diede una dimostrazione della grande superiorità del Marchio nelle corse.

Negli anni ’80, infatti, la Casa del Leone era il punto di riferimento mondiale per il motorsport. Con la leggendaria 205 T16 aveva ottenuto il mondiale rally nel 1985 e 1986 e, con Ari Vatanen, aveva ottenuto il primo posto nelle Dakar del ’87 e ’88. Con la 405 T16 Peugeot si aggiudicò altre due Dakar nel 1989 e ’90 e riuscì a vincere la leggendaria cronoscalata statunitense del Pikes Peak.

La stessa Oxia, sarà poi fonte di ispirazione per la futura regina di Le Mans, ovvero la Peugeot 905.

L’auto venuta da Marte

Oxia Palus è nota agli astronomi per essere la regione di Marte presa come riferimento per calcolare l’ora sul pianeta. Il nome non potrebbe essere più corretto: parliamo infatti di una supercar (purtroppo rimasta solo un concept) di oltre trent’anni fa con soluzioni tecniche capaci di far rabbrividire tutte le super sportive dell’epoca.

Quest’auto infatti era dotata di sistemi estremamente moderni come l’asse posteriore sterzante e la trazione integrale permanente; il telaio interamente in alluminio e la scocca in fibra di carbonio e kevlar e permettevano all’ago della bilancia di fermarsi a soli 1360 Kg.

Una potenza ineguagliabile

Il motore, un V6 da 2849cc di derivazione racing montato in posizione trasversale, affiancato da due turbocompressori Garrett e da un cambio manuale a 6 rapporti, era capace di erogare 680 CV e 720 Nm. Numeri da capogiro se confrontati ai mostri sacri dell’epoca come la Ferrari F40 (478 CV), la Lamborghini Diablo (492 CV) o la Porsche 959s (515 CV).

Con una potenza così elevata e un peso piuma, ottenuto grazie all’utilizzo materiali ultraleggeri, la Oxia poteva raggiungere l’incredibile velocità massima di 350 Km/h, raggiunta tester della Michelin Jean-Philippe Vittecocq sul circuito di Nardò in un test.
Lo 0-100 km/h invece veniva coperto in meno di 5 secondi.

Tecnologia all’avanguardia

Anche all’interno dell’abitacolo la tecnologia era di altissimo livello e in anticipo sui tempi, proponendo un computer, basato su un portatile, che permetteva di gestire i dati del telefono e della radio (dotata di lettore CD). Un secondo computer gestiva invece la climatizzazione e supportava la navigazione GPS.

La dotazione era completata da sedili sportivi a regolazione elettrica, impianto Hi-Fi e 18 pannelli solari, montati sul parabrezza, che permettevano l’utilizzo del climatizzatore anche a motore spento.

Anche se l’auto sembrò molto vicina ad una produzione, purtroppo la Peugeot Oxia rimase solamente un concept, capace però di farci sognare ancora oggi a più di trent’anni dalla sua presentazione.

FONTE: Peugeot Heritage Blog